Nel mondo dell'orologeria, un homage è
un tributo ad un grande segnatempo del passato. E' sostanzialmente
una copia in grado di sostituire un orologio che non possiamo
permetterci, sia per scarsità, sia per elevato prezzo di vendita.
Compriamo gli homage perché non possiamo permetterci l'originale, ma
la nostra insoddisfazione nel sapere di indossare una copia, ci
porterà molto presto a rivendere l'orologio, cercando qualcosa di
più originale e iconico, e non una semplice copia.
Nella profumeria ho notato una certa
tendenza ad imitare icone del passato e del presente, creando copie
ed immettendole sul mercato avvolte da un packaging ed una storia
accattivanti. Un metodo per offrire un'alternativa, a volte neanche
troppo economica, all'originale. Una soluzione ipoteticamente facile,
per conquistare nuove fette di mercato, ma non è proprio così.
In un mercato asfittico, con poca
disponibilità economica, ma comunque pieno di offerta da parte dei
produttori, l'imitazione corre il grosso rischio di finire in un
calderone da cui solo l'originale può emergere e continuare a
vendere. L'abbondanza infatti crea confusione nel consumatore che
irrimediabilmente tenderà sempre a rivolgersi ad un brand
conosciuto, indipendentemente dalla sua qualità.
Il futuro della profumeria artistica,
secondo me, porterà il proprio livello di qualità a quella del
passato. Una ricerca spasmodica della bontà dell'olio essenziale, un
uso meno massivo della sintesi e un ritorno a profumi più vicini
alla natura e meno artefatti. Questa scelta comunicherà al
consumatore che si tratta di un profumo pregiato. Il packaging sarà
sempre elegante ma garbato e non eccessivo. Sarà eco sostenibile,
per esempio, acquistare un profumo in una confezione standard per
poterlo inserire in una boccetta più ricca e adatta ad arredare il
proprio bagno. Le formulazioni seguiranno una ricerca volta a creare
dei capolavori olfattivi, capaci di farci innamorare al primo colpo.
Benché tutto ciò non abbia nulla di
compatibile con l'attuale sistema di business, bisogna capire che il
lusso non ha nulla a che fare con la massificazione. Il lusso è
lento e poco appariscente, è fatto di discrezione, eleganza sobria e
preziosità.
Le boutique potranno sopravvivere alle
grandi catene solo se avranno un prodotto speciale, esclusivo e
prezioso. E ci tengo a precisare che lussuoso non fa rima con
costoso. Il costo è sempre relativo al reale valore di un oggetto e
non a quello che rappresenta.
I profumi commerciali soddisfaranno i
bisogni dei meno curiosi e amanti delle fragranze e saranno venduti
ovunque in grandi quantità. L'attuale profumeria artistica andrà a
finire in lussuose catene commerciali e importanti mono marca. La
profumeria di ricerca o delle origini verrà invece ospitata in
templi appositamente creati per i cultori del profumo.
Questi negozi saranno gestiti da amanti
delle essenze e non da venditori. Queste persone entreranno in
comunicazione con la psiche dei clienti, cercando di vestire la loro
pelle di una sostanza in grado di curare, di dare beneficio e di
migliorare la loro personalità e immagine.
Spesso queste sessioni saranno tenute
in privato o su appuntamento in modo da poter concentrarsi su uno dei
sensi più importanti del mondo di un essere umano, l'olfatto.
Quanto succederà tutto ciò? Quando ci
saranno così tanti marchi da creare una tale confusione nel
consumatore da non fargli più capire ciò che è veramente di
qualità da ciò che non lo è. In pratica da questo momento in
avanti.