Sacreste di Laboratorio Olfattivo ci fa
percorrere lo stretto corridoio che dalla cappella porta alla sacrestia
di una chiesa del '600. In prima battuta, il profumo non è quello dell'incenso
cerimoniale, ma di un'impronta indelebile che trasuda dagli arredi
sacri, dai tendaggi e dai legni che compongono i mobili intarsiati.
Il sacro viene travolto dal profano attraverso un sapiente
uso del labdano, dall'elemi e dal pepe nero. A parer mio, soprattutto
il labdano, fa perdere subito all'incenso quella vocazione
tipicamente ecclesiale che non piace a tanti. La fragranza si riveste
quindi di natura umana. Ecco che come in un romanzo che sto leggendo,
il cardinale toglie i paramenti per vestire abiti civili e gettarsi
tra le braccia di uno dei più comuni dei sette peccati
capitali...Non è peccato, l'essere umano nutre sentimenti e
passioni. La pulsione sessuale è sempre lì latente, non dorme mai.
L'incenso diventa potente, sensuale e
profondamente mascolino (questo non ne preclude l'uso a donne di
carattere), conferendo alla fragranza un carattere asciutto, caldo e
balsamico; capace quindi di durare ore sulla pelle.
Note di testa: cisto labdano, elemi,
cardamomo, zafferano.
Note di cuore: incenso superessenza,
fumencens, hydrocarboresina, cipriolo, pepe nero.
Note di fondo: Legno cedro virginia,
legno guaiaco, cashmeran, ambermax, musk.
Nessun commento:
Posta un commento