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giovedì 6 dicembre 2018

Una nuova visione della profumeria: la nicchia della nicchia.




La profumeria artistica si può paragonare alla musica classica, che esiste da centinaia d'anni e si continua a suonare allo stesso modo e con gli stessi strumenti. Quella commerciale si può accostare alla musica leggera degli ultimi tempi, che ha prodotto grandi artisti e musiche indimenticabili, ma anche una massa enorme di musica dalla qualità discutibile. Ho voluto fare questo paragone perché spesso si pensa che la profumeria artistica sia la risultante più lussuosa e ricercata di quella industriale o più comunemente detta commerciale, ma la verità è che la profumeria industriale nasce da una normalizzazione, da una standardizzazione di quella artistica.
La profumeria artistica è sempre esistita, ed è il frutto della ricerca di persone dette “nasi” o semplici visionari, che hanno voluto scrivere come su di un pentagramma una serie di note atte ad esprimere una melodia olfattiva. Spesso questi nasi hanno sentito il bisogno di raccogliere in un profumo gli odori di un viaggio, di storie o di emozioni vissute. Questo ha fatto in modo che venissero realizzate fragranze ricercate, stilisticamente nuove e svincolate da altri stili, in barba alle tendenze di mercato o alle logiche commerciali.
Oggi molte persone si stanno accostando a questo “antico” concetto di profumeria perché lo ritengono più ricercato ed esclusivo. Hanno capito di poter trovare la fragranza più adatta ai loro gusti attraverso una vera e propria esplorazione degli stili e dei materiali con cui questi profumi vengono costruiti. Una comprensione che ha rivelato la vocazione tipicamente sartoriale di queste fragranze.
A causa di questo successo, sono nati molti brand che hanno voluto inserirsi in questa nicchia di mercato.

Profumeria classica, ecco come poter rinominare quella che è da sempre l'origine di tutte le profumerie. Questa categoria ha il compito di rimettere in primo piano una serie di caratteristiche imprescindibili che deve avere una fragranza.
In primis c'è la materia prima e la sua qualità, la sicurezza, l'eco-sostenibilità e per quanto possibile “naturalezza”.
La seconda caratteristica è la formula o meglio l'accordo, frutto di una ricerca lungo strade sempre nuove, per la realizzazione di novità e non semplici cloni di qualcosa di già famoso.
La terza è la sobrietà della confezione. Una confezione deve proteggere e valorizzare il profumo, facendo in modo di far capire che c'è stata ricerca nella sua realizzazione senza eccedere nell'ostentazione.
La quarta caratteristica è la comunicazione di una storia. Un profumo non dev'essere il frutto di una necessità commerciale ma semplicemente il risultato di una ispirazione, che il brand deve raccontare in modo convincente.
La quinta è il prezzo. Bisogna far pagare il profumo per quello che vale e non per quello che mostra. In questo modo il cliente può capire il vero valore di un prodotto.

Con i tempo, credo che la profumeria artistica diventerà un po' più commerciale a causa della richiesta del mercato, mentre si formerà probabilmente una nicchia nella nicchia, quella che io chiamo profumeria classica. Non sarà una novità, ma semplicemente un ritorno alle origini, quelle durante le quali un profumo era un lusso per pochi fortunati.



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