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mercoledì 30 gennaio 2019

Black Afgano...spalancare le porte della percezione.



Oggi vi parlerò di Black Afgano, uno dei più grandi successi del marchio Nasomatto, e in generale della profumeria artistica. Dietro questo profumo c'è il grande genio creativo di Alessandro Gualtieri, che è un personaggio a tutti gli effetti. Questo profumo è nato nella prima decade degli anni 2000, e da allora non ha mai smesso di creare nuovi estimatori.
Nasomatto è uno dei migliori progetti artistici sul mercato profumiero, e oggi ha ancora un peso notevole in fatto di audacia e originalità delle fragranze e del packaging. A suo tempo si presentò con degli estratti da 30 ml, che avevano tappi sovradimensionati e uno stile minimal: squadrato con una minuscola scritta. Negli anni non è cambiato nulla, segno che il design con cui Alessandro Gualtieri ha avviato la produzione è veramente vincente.
Ma il design e il contenuto di questi estratti non sono stati l'unica vera caratteristica esaltante di questo marchio, anche la comunicazione e il personaggio stesso del creatore, hanno suscitato grande interesse nel pubblico degli appassionati.

"La fragranza mira a evocare la migliore qualità di hashish, il risultato di una ricerca per suscitare gli effetti della beatitudine temporanea."  (tratto dal sito di Nasomatto)

Black Afgano è un liquido scuro, che alla luce sembra nero di seppia leggermente diluito. Non ci è dato di sapere il suo contenuto, ma ciò che la maison ci ha fatto intuire è che vuole evocare le note di hashish, e aggiungerei nella sua forma ricca, verde, aromatica e rigogliosa!
Chi lo ha già provato, sa che questo profumo è fatto per durare per ore, superando tranquillamente la giornata. Sui vestiti e sugli oggetti crea una specie di bolla odorosa, che spesso non svanisce nemmeno con il lavaggio dei capi.

Dolce, leggermente vegetale alla prima olfazione. Si trasforma velocemente ricordandomi spezie, caramello, resine d'incenso e legni scuri, tra i quali l'oud. Sulla pelle dura ore, perché Balck Afgano è stato creato per non illuminarsi mai, manifestando fin dall'inizio una miscela di note di cuore e soprattutto di fondo. Sulla mia pelle rimane costantemente dolce, come l'odore di una ricca infiorescenza resinosa. A sprazzi, sento note di foglia di tabacco, cacao in polvere, zafferano e caffè zuccherato.
Black Afgano mi sembra, per la sua complessità, un pezzo di tormalina nera grezza, una pietra scura e profondamente striata. Verso sera, sui vestiti, mi ricorda l'odore di una saponetta al sandalo.

Black Afgano, come ogni best seller che si rispetti, vanta un sacco di imitazioni e varianti, e in questo mi ricorda un po' la Coca Cola. Oggi rimane ancora il punto di riferimento nella sua categoria, e non smette di creare nuovi “dipendenti”.




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