Oggi vi parlerò di Black Afgano,
uno dei più grandi successi del marchio Nasomatto, e in
generale della profumeria artistica. Dietro questo profumo c'è il
grande genio creativo di Alessandro Gualtieri, che è un personaggio a tutti gli effetti. Questo profumo è
nato nella prima decade degli anni 2000, e da allora non ha mai
smesso di creare nuovi estimatori.
Nasomatto è uno dei migliori progetti
artistici sul mercato profumiero, e oggi ha ancora un peso notevole in
fatto di audacia e originalità delle fragranze e del packaging. A
suo tempo si presentò con degli estratti da 30 ml, che avevano tappi
sovradimensionati e uno stile minimal: squadrato con una minuscola
scritta. Negli anni non è cambiato nulla, segno che il design con
cui Alessandro Gualtieri ha avviato la produzione è veramente
vincente.
Ma il design e il contenuto di questi
estratti non sono stati l'unica vera caratteristica esaltante di
questo marchio, anche la comunicazione e il personaggio stesso del
creatore, hanno suscitato grande interesse nel pubblico degli
appassionati.
"La fragranza mira a evocare la
migliore qualità di hashish, il risultato di una ricerca per
suscitare gli effetti della beatitudine temporanea." (tratto dal sito di Nasomatto)
Black Afgano è un liquido scuro, che
alla luce sembra nero di seppia leggermente diluito. Non ci è dato
di sapere il suo contenuto, ma ciò che la maison ci ha fatto intuire
è che vuole evocare le note di hashish, e aggiungerei nella sua
forma ricca, verde, aromatica e rigogliosa!
Chi lo ha già provato, sa che questo
profumo è fatto per durare per ore, superando tranquillamente la
giornata. Sui vestiti e sugli oggetti crea una specie di bolla
odorosa, che spesso non svanisce nemmeno con il lavaggio dei capi.
Dolce, leggermente vegetale alla
prima olfazione. Si trasforma velocemente ricordandomi spezie,
caramello, resine d'incenso e legni scuri, tra i quali l'oud. Sulla
pelle dura ore, perché Balck Afgano è stato creato per non
illuminarsi mai, manifestando fin dall'inizio una miscela di note di
cuore e soprattutto di fondo. Sulla mia pelle rimane costantemente
dolce, come l'odore di una ricca infiorescenza resinosa. A sprazzi,
sento note di foglia di tabacco, cacao in polvere, zafferano e caffè
zuccherato.
Black Afgano mi sembra, per la sua
complessità, un pezzo di tormalina nera grezza, una pietra scura e
profondamente striata. Verso sera, sui vestiti, mi ricorda l'odore di
una saponetta al sandalo.
Black Afgano, come ogni best seller che
si rispetti, vanta un sacco di imitazioni e varianti, e in questo mi
ricorda un po' la Coca Cola. Oggi rimane ancora il punto di
riferimento nella sua categoria, e non smette di creare nuovi
“dipendenti”.
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