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martedì 4 settembre 2018

L'arte di sovrapporre i profumi: il layering.




Nella mia carriera di venditore di profumi e cosmetici mi sono spesso imbattuto in clienti desiderosi di indossare una fragranza unica e speciale, qualcosa che quasi appartenesse solo a loro. Non vi nego che ci sono state anche richieste di formulazioni personalizzate, in pratica mi hanno chiesto se io creavo i profumi.
Devo dirvi che la cosa mi ha sempre divertito e fatto molto piacere, perché conferma un mio punto di vista sull'argomento: le persone vogliono sentirsi uniche, sopratutto con un “indumento” così intimo come il profumo.
Il layering o semplicemente la sovrapposizione di due o più profumi, è un modo rapido e più sicuro di creare qualcosa di diverso e  originale. Ritengo quindi questa pratica assolutamente consigliabile e adatta a rispondere alle esigenze di chi vuole un profumo personalizzato.
La creazione di un profumo è un procedimento complesso e deve seguire delle regole tali da non poter essere improvvisate da un qualsiasi operatore. Questo preclude ogni tentativo di assemblare “in casa” una serie di oli essenziali. Quindi l'unico modo di raggiungere un risultato accettabile è quello di prendere profumi già esistenti e miscelarli con sapienza.

Ma come si fa a mettere insieme profumi diversi tra loro? Una regola non c'è e quindi spesso si usa un po' di fantasia e si fanno dei tentativi.
Il mio metodo è semplice e percorre due vie:
La prima è quella di individuare la nota predominante di un profumo, cioè quella che oggettivamente si sente costantemente per tutta la giornata e di capire cosa ci piacerebbe accostare per accrescerne il fascino o smorzarne l'effetto dirompente. Per esempio, se fossimo abituati a indossare un profumo alla vaniglia (un monocorda dolcissimo) potremmo “rinfrescarlo” con un profumo che sa di pepe rosa oppure di “riscaldarlo” con delle note di caffè. Se invece avessimo un prezioso e profondo oud, potremmo smorzare le su note fecali con del profumo a predominanza di rosa (accordo arabeggiante) oppure con dell'ambra o patchouli per placare le note legnose. Con un profumo che sa principalmente di note tropicali (ananas) potremmo indossarne uno che sa di cocco e note di rum, per creare una splendida Pina Colada. C'è anche chi smorza l'austerità religiosa dell'incenso con delle spezie come il pepe nero.
La seconda è quella di isolare una nota che percepiamo e cominciare a “suonarla” nella nostra testa per cercare un aggancio e proseguire la melodia. Per esempio, se avessimo un profumo che ci riporta in mente la nota del tè nero affumicato, potremmo accostare qualcosa con del gelsomino fresco per ricordarci il l'ultimo viaggio a Londra. Oppure una nota di tabacco potrebbe richiamare i sedili in pelle di un'auto e quindi suggerirci di accostare un profumo con prevalenza di note cuoiate. Con la menta ci metterei delle note di lime e note ozonate per portarmi al bar di una spiaggia.
In pratica il primo metodo cerca di “correggere e trasformare”, mentre il secondo mira a “evocare e arricchire”. La differenza tra i due metodi non è così marcata ma è comunque una traccia per non fare accostamenti assurdi.

Quello che suggerisco da sempre è di acquistare più profumi possibili nel corso degli anni e conservarli in un luogo riparato, per fare in modo che la fragranza duri il più a lungo possibile.
In questo modo, nessun profumo andrà mai sprecato. 
Quindi sperimentate e fate le vostre miscele alchemiche, divertitevi a fare i profumieri. L'unica cosa a cui dovete fare attenzione è la complessità di un profumo, perché alcuni sono talmente elaborati e sfaccettati che non vale la pena “sporcarli” con altre fragranze. Fatevi consigliare dal vostro venditore di fiducia e chiedetegli sempre quello che volete ottenere attraverso il profumo, vi aiuterà ad essere sempre al top.
Buon divertimento allora!







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