Nella mia carriera di venditore di
profumi e cosmetici mi sono spesso imbattuto in clienti desiderosi di
indossare una fragranza unica e speciale, qualcosa che quasi
appartenesse solo a loro. Non vi nego che ci sono state anche
richieste di formulazioni personalizzate, in pratica mi hanno chiesto
se io creavo i profumi.
Devo dirvi che la cosa mi ha sempre
divertito e fatto molto piacere, perché conferma un mio punto di
vista sull'argomento: le persone vogliono sentirsi uniche, sopratutto
con un “indumento” così intimo come il profumo.
Il layering o semplicemente la
sovrapposizione di due o più profumi, è un modo rapido e più sicuro
di creare qualcosa di diverso e originale. Ritengo quindi
questa pratica assolutamente consigliabile e adatta a
rispondere alle esigenze di chi vuole un profumo personalizzato.
La creazione di un profumo è un
procedimento complesso e deve seguire delle regole tali da non
poter essere improvvisate da un qualsiasi operatore. Questo
preclude ogni tentativo di assemblare “in casa” una serie di oli
essenziali. Quindi l'unico modo di raggiungere un
risultato accettabile è quello di prendere profumi già esistenti e
miscelarli con sapienza.
Ma come si fa a mettere insieme profumi
diversi tra loro? Una regola non c'è e quindi spesso si usa un po'
di fantasia e si fanno dei tentativi.
Il mio metodo è semplice e percorre
due vie:
La prima è quella di individuare la
nota predominante di un profumo, cioè quella che oggettivamente si
sente costantemente per tutta la giornata e di capire cosa ci
piacerebbe accostare per accrescerne il fascino o smorzarne l'effetto
dirompente. Per esempio, se fossimo abituati a indossare un profumo
alla vaniglia (un monocorda dolcissimo) potremmo “rinfrescarlo”
con un profumo che sa di pepe rosa oppure di “riscaldarlo”
con delle note di caffè. Se invece avessimo un prezioso e profondo
oud, potremmo smorzare le su note fecali con del profumo a
predominanza di rosa (accordo arabeggiante) oppure con dell'ambra o
patchouli per placare le note legnose. Con un profumo che sa
principalmente di note tropicali (ananas) potremmo indossarne uno che
sa di cocco e note di rum, per creare una splendida Pina Colada. C'è
anche chi smorza l'austerità religiosa dell'incenso con delle spezie
come il pepe nero.
La seconda è quella di isolare una
nota che percepiamo e cominciare a “suonarla” nella nostra testa
per cercare un aggancio e proseguire la melodia. Per esempio, se
avessimo un profumo che ci riporta in mente la nota del tè nero
affumicato, potremmo accostare qualcosa con del gelsomino fresco per
ricordarci il l'ultimo viaggio a Londra. Oppure una nota di tabacco
potrebbe richiamare i sedili in pelle di un'auto e quindi suggerirci
di accostare un profumo con prevalenza di note cuoiate. Con la menta
ci metterei delle note di lime e note ozonate per portarmi al bar di
una spiaggia.
In pratica il primo metodo cerca di
“correggere e trasformare”, mentre il secondo mira a “evocare e
arricchire”. La differenza tra i due metodi non è così marcata ma
è comunque una traccia per non fare accostamenti assurdi.
Quello che suggerisco da sempre è di
acquistare più profumi possibili nel corso degli anni e conservarli
in un luogo riparato, per fare in modo che la fragranza duri il più
a lungo possibile.
In questo modo, nessun profumo andrà
mai sprecato.
Quindi sperimentate e fate le vostre
miscele alchemiche, divertitevi a fare i profumieri. L'unica cosa a
cui dovete fare attenzione è la complessità di un profumo, perché
alcuni sono talmente elaborati e sfaccettati che non vale la pena
“sporcarli” con altre fragranze. Fatevi consigliare dal vostro
venditore di fiducia e chiedetegli sempre quello che volete ottenere
attraverso il profumo, vi aiuterà ad essere sempre al top.
Buon divertimento allora!
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