L'ignoranza, che poi è non conoscenza
di una tal cosa, mi ha portato a cercare e rileggere il significato
di dadaismo e del suo esistere. Ho letto di questo movimento quando
ero ancora a scuola e sinceramente non ricordavo più nulla. Il
dadaismo è un movimento artistico e letterario nato a Zurigo nel
1916 ed esauritosi pochi anni dopo.
La parola d'ordine di questo filone
intellettuale è uscire dagli schemi, affidarsi al caso e
abbandonarsi all'inconscio.
In Eau Dadà ho trovato una forza
composta, una pacifica manifestazione di contrarietà all'ordine
precostituito.
Nella sua piramide olfattiva, troviamo
il patchouli, frequente protagonista di rivoluzioni culturali e di
mode del passato. Ma il patchouli, non è mai stato di moda, perché
non ha mai abbandonato neanche un attimo i profumi. In qualche modo
si è sempre distinto come miglior attore non protagonista. Ha sempre
contribuito a dare forza terrosa e vegetale ai profumi, dopo che
esili note agrumate avevano attirato l'attenzione dei più, ma solo
per una manciata di minuti.
Eau Dadà appena vaporizzato è
balsamico e liquoroso. I fiori d'arancio e lo zafferano partecipano
con soffuso equilibrio alle prime note, mentre la vaniglia, l'incenso
e l'oud si mescolano sul fondo, a supportare il protagonista: il
patchouli.
Sulla mia pelle vengono evidenziati il
patchouli e l'oud, mentre sulla cartina l'incenso è più presente.
Eau Dadà può essere usato insieme
a Oud de Burgas facendo attenzione di non esagerare con
quest'ultimo perché molto intenso. L'insieme dei due da origine ad
una fragranza oscura ed orientale in grado di esaltare gli estimatori
dei profumi forti.
Per la sua composizione, e per mia
stessa constatazione, questo profumo dura molto sulla pelle e quindi
non occorre esagerare con le quantità.
Il formato è il classico 100 ml e la
concentrazione è in eau de parfum.
NOTE: fiori d'arancio, zafferano
spagnolo, labdano, fava tonka, patchouli indonesiano, vaniglia
bourbon, incenso e Trai Pratchin oud.
Nessun commento:
Posta un commento