La Casbah, il luogo di ristoro,
aggregazione e commercio sita al centro di un villaggio che spesso
sorge nei pressi di un oasi. Il brulicare di persone, le bancarelle
coperte da tettoie fatte di canne e vecchie stoffe consumate dal
sole, le piccole botteghe affacciate a stretti vicoli contorti.
Vecchi mercanti avvolti in lunghe tuniche sorseggiano fumanti tè
alla menta mentre aspirano con lentezza dal grande e colorato
narghilè appoggiato su di un tavolino basso. Un commerciante toglie
la polvere del deserto con un piumino vecchio e consumato dai suoi
vasi di coccio ammucchiati all'ingresso del suo negozio. Le mosche
non danno tregua appoggiandosi senza sosta sui volti asciugati dal
sole. Una lieve vento caldo porta con se il profumo di noce moscata
stoccata accanto a grani di pepe nero in vecchi e consunti sacchi di
iuta. Una vecchia signora butta sulla brace dei pezzetti di resina
d'incenso e radice di angelica per ripulire l'aria della sua piccola
casa. Un commerciante di stoffe apre la sua sacca e tira fuori del
tabacco essiccato e lo mette in bocca per masticarlo un po' mentre
apre un baule in legno di cedro dell'Atlas dove custodisce preziose
stole d'oriente...
Robert Piguet mette in una bottiglia
l'essenza profonda di terre lontane e piene di fascino. Casbah,
appena vaporizzato sulla pelle, emana note fresche e balsamiche,
seguite dall'inconfondibile noce moscata. L'incenso, con la sua nota
cardinalizia, viene tenuto a bada da un pepe piccante e secco.L'iris
è velluto sulla fragranza mentre il vetiver sostiene il cedro nel
conferire un fondo equilibratamente legnoso.
Casbah dura giorni sui vestiti e
abbondantemente fino a sera sulla pelle. E' una piccola opera d'arte
profumiera, una sinfonia tra migliaia di noiose ripetizioni.
Note di testa: pepe nero, radice di
angelica, noce moscata.
Note di cuore: incenso, iris, foglie di
tabacco.
Note di fondo: vetiver, legno di cedro.
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